Emirato dei primati
Sole e caldo tutto l’anno, attività 24 ore su 24, lusso, soldi, macchine, oro!
Dubai è la capitale di uno dei sette emirati che compongo oggi gli Emirati Arabi Uniti.
Una città dallo stile moderno con il fascino del mondo arabo, nata dal nulla, inventata dalla sabbia, cresciuta verso l’alto in appena un ventennio dove prima esisteva solo il deserto.
Dubai è eccesso e differenze, la battaglia dell’uomo con la natura che si manifesta nei giorni in cui la sabbia del deserto offusca la cima dei grattacieli, ti riempie gli occhi e la bocca, e l’umidità ti toglie il respiro anche se siamo a febbraio.
A Dubai tutto dà la sensazione di immenso, a partire dall’aereo che da Milano ti porta nell’emirato.
L’Airbus A380, un velivolo a due piani per una capienza di 853 passeggeri. Coperta, cuscino, e uno schermo per ogni passeggero sul quale è possibile vedere centinaia di film e cartoni, ascoltare un’infinità di playlist musicali o giocare ai videogiochi grazie a una console.
Sei ore di volo con la compagnia Emirates e ad accoglierci è il futuristico aeroporto.
Nella sua modernità, la città è stata studiata per poterla vivere interamente “da dentro”.
Nelle giornate di calore e umidità ci si può spostare per ore e km sempre in ambienti climatizzati.
La metropolitana completamente automatizzata (senza conducente), ha ogni fermata climatizzata, cosi come i tunnel per raggiungere i vari centri commerciali. Ci sono scomparti per solo donne e bambini. Quando le carrozze arrivano al capolinea, vengono ogni volta immediatamente pulite prima di ripartire.
La metro corre parallela alla strada principale che taglia la città, una via stradale con 8 corsie per senso di marcia, dove è la normalità vedere passare macchine di lusso come Ferrari, Lamborghini e Porsche.
I centri commerciali sono ogni giorno presi d’assalto da migliaia di persone. Il Dubai Mall è il centro commerciale più grande del mondo. Conta 1200 negozi, un cinema a 14 sale, un teatro e una vasca con pesci tropicali e squali che è la vasca d’acquario più grande del mondo!
Se in città si è stanchi di stare in spiaggia o di fare shopping, allora si può andare al Mall of the Emirates, dove si può trovare a pochi chilometri dall’estremo deserto, una pista da sci!
Bizzarria e capriccio dell’uomo, una vera e propria pista indoor all’interno della quale la temperatura è di -3°, con neve vera e seggiovie.
Lo sviluppo edilizio ha portato la città verso l’alto e verso il mare. Enormi distese di acqua sono state bonificate e sono state costruite le Palm Islands, due isole a forma di palma, e il “The World”, un arcipelago artificiale formato da 300 isole che richiama il nostro pianeta con i relativi continenti.
In mezzo alle decine di grattacieli, svetta come quasi a voler far impallidire le altre costruzioni, la Burj Khalifa (Torre di Khalifa, attuale re degli Emirati), che con i suoi 829 m ha il primato di essere il grattacielo più alto del mondo!
Un super ascensore che viaggia a 18 m/s conduce in poco tempo al 148° piano. Vivere l’emozione di guardare il mondo dalla terrazza esterna, con il vento che arriva in faccia, è sicuramente un’esperienza unica. Tappa sconsigliata ovviamente a chi soffre di vertigini, anche perché l’oscillazione della torre è abbastanza percepibile.
“Benvenuti a Dubai, dove i cittadini non pagano le tasse, la sanità è gratuita e c’è il sole tutto l’anno” ci accoglie cosi Abdallah, di origine egiziane. È in città per lavoro e per fare visita al fratello, che da 12 anni ormai si è stabilito a Dubai: “gli affitti sono alti, la vita cara, ma Mohamed qui è riuscito a mettere su famiglia e adesso guadagna 48 mila dirham al mese” (12.000 €)
La popolazione della città è formata per l’80% da stranieri, per lo più provenienti da India, Pakistan e Bangladesh. Dubai è un’enorme cantiere in movimento, ovunque sono in costruzione strade e grattacieli. Enormi gru girano in cima agli scheletri in costruzione, centinaia di operai si affannano come formichine attorno a travi e mezzi. La richiesta di manodopera è altissima, e spesso sono gli stranieri a fare questi lavori.
La città non dorme mai, le strade sono piene di taxi a qualunque ora. Quando i Mall chiudono, la vita si sposta nei locali, dove è possibile bere cocktail ammirando la facciata del Burj Khalifa che si colora e lo spettacolo di fontane che si muovono a tempo di musica.
In spiaggia è possibile ballare nei locali ammirando il lussuoso Burj Arab, il grattacielo a forma di vela, considerato il simbolo di Dubai, che è uno dei pochi hotel al mondo a 7 stelle.
Meta di turisti danarosi, la città vanta di avere addirittura un mercato dell’oro. Un souq arabo dove vengono venduti solo manufatti del prezioso metallo, e dove si trova esposto quello che è l’anello d’oro più grande del mondo.
Nonostante l’incredibile sviluppo edilizio ed economico degli ultimi anni, Dubai resta una città alle cui spalle si estende un’affascinante quanto desolato deserto, meta privilegiata degli escursionisti più avventurosi e di tutti coloro che desiderano vivere l’emozione di un paesaggio estremo.
La strada per il deserto di Al Ain corre in mezzo alle dune, lì dove la natura sembra volersi riprendere quanto gli è stato tolto, coprendo la striscia d’asfalto con la sabbia portata dal vento.
Le sconfinate dune ristabiliscono il rapporto profondo fra l’uomo e la terra. Il rosso che riempie gli occhi, il contatto dei piedi nudi sulla sabbia.
Imran, pakistano di 36 anni, barba folta, tunica bianca e braccia muscolose, da 10 anni accompagna con la sua 4x4 i turisti sulle dune del deserto, fino alle formazioni rocciose ai confini con l’Oman. “Mi piace tantissimo questo deserto, e faccio il lavoro più bello che esista” mi dice guardando verso il punto dove il sole sta scomparendo dietro la sabbia, “considero questo deserto come fosse mia madre”.
Fa niente se l’escursione si conclude in una specie di campo tendato in mezzo al deserto, dove sembra andare in onda una squallida fiera per turisti fra cammelli, falchi e danza del ventre.
Un uomo scende il gradino e riprende le sue scarpe che aveva lasciato lì prima di entrare a pregare. Creek è il quartiere vecchio, cuore dell’antica Dubai quando la città era solo una porta commerciale verso il deserto. Da un lato la moderna skyline, dall’altro la vecchia moschea. Un barcone di legno carico in ogni suo angolo ci passa accanto, quasi ci sfiora. Un marinaio con la maglietta del Brasile ci saluta dalla prua. Sono una sorta di navi cargo diretti in Iran. Nel porto vecchio di Dubai ce ne sono decine, caricano stoffe, tappeti, spezie.
Bilal li vede passare tutti i giorni. Lui da tre anni porta su quelle acque i turisti in giro per la baia sulla caratteristica Abra. Lui che arrivò qui ad appena 18 anni dal Pakistan.
Il rumore del motore a scoppio è così forte che quasi facciamo fatica a parlarci, ci dobbiamo avvicinare ognuno all’orecchio dell’altro, “Quando appoggio la testa sul cuscino la sera, sento ancora questo rumore” Bilal guida il timone con un piede restando seduto sul bordo superiore della stiva, si muove cosi per non stare accovacciato dentro la cabina dove il motore diesel emette un fumo nero e pesante, dopo qualche minuto ho già la gola in fiamme e tossisco.
“Faccio questo lavoro tutti i giorni, 7 giorni su 7, dalle 6 del mattino alle 10 di sera. Guadagno 1000 dirham al mese (250€), qui tutto è caro, anche l’affitto, ma quando torno a casa trovo li mia moglie e mio figlio”
Dubai è una città futuristica che rasenta la fantascienza, dal ritmo frenetico, dal lusso esagerato, dai contrasti forti, città di radici proiettata al futuro, dove puoi vedere donne con il Hijab (il velo integrale) dentro un negozio Armani.
Una città dove in mezzo ai robot, si riesce ancora fortunatamente a coglierne l’aspetto umano.
Il mio video reportage realizzato a a Dubai:
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